Follonica: sole, spiaggia e… streetart

Follonica streetart

Che scoperta! Follonica, una città balneare nella Maremma, molto frequentata nel periodo estivo, ha molto di più da offrire che sole, mare e spiaggia. Da qualche anno è diventata anche un hotspot per chi ama la street art.

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Tutto è iniziato nel 2016 con una mostra di alcuni street artists torinesi. Quell’esperimento riuscito ha fatto venir voglia di proseguire e da allora anche altri protagonisti dal mondo della street art italiana hanno dato spazio alla loro creatività sui muri della città. La maggior parte delle opere che vediamo oggi è stata realizzata in accordo con l’amministrazione comunale o su richiesta di privati.

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Il modo migliore per godersi le opere d’arte è attraverso una visita guidata. Ci siamo dati appuntamento domenica 26 luglio 2020 alle dieci con la storica dell’arte Chiara Beni che ci ha introdotti con passione alla storia della street art nella città di Follonica. Il punto di partenza del tour era la Piazza del Popolo, vicino al lungomare. Lì Chiara ci ha subito dato un compito: cercare un pezzo di street art ben nascosto nella piazza. Si sono rivelati due piccoli ‘uomini’, le figure caratteristiche dell’ormai famoso street artist fiorentino di fama internazionale, ma ancora anonimo Exit Enter, che fanno capolino su uno dei lampioni sulla piazza.

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Poco più avanti, all’angolo tra via Roma e via Cristoforo Colombo, ci troviamo faccia a faccia con un’opera di Opiemme. Il titolo dell’opera è ‘Heart-shaped Box’ e risale al 2016. Il titolo si riferisce all’omonima canzone della band americana Nirvana. Le parole che compongono l’opera a forma di cuore sono tratte dalla prima strofa della canzone. L’artista torinese ha iniziato la sua carriera artistica come poeta. Al fine di avvicinare la poesia ai giovani, si è successivamente concentrato sulla street art, in cui i versi e le parole sono centrali. Quando l’opera è stata realizzata qui nel 2016, è stata immediatamente contestata, soprattutto perché priva di qualsiasi contesto. Molti abitanti di Follonica la consideravano solo come una raccolta di parole inglesi; mancava una connessione riconoscibile con le tradizioni e la cultura locali. “E quella connessione, ancorata nel contesto locale, è fondamentale per rendere la street art comprensibile e accettabile per le persone che si confrontano con essa su base giornaliera”, spiega Chiara.

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La nostra prossima tappa è l’opera ‘Sleep’ dell’artista toscano Ozmo, pseudonimo di Gionata Gesi. È uno dei protagonisti della street art italiana ed è stato anche uno dei primi a vedere alcune delle sue opere incluse nelle collezioni dei musei. Ha realizzato l’opera a Follonica su richiesta dei proprietari – veri appassionati d’arte – del B&B che si trova qui dietro questo muro. Anche le camere del B&B Sleep sono decorate artisticamente. L’opera rappresenta – appropriatamente – la dea orientale Ishtar, dea della notte. Ai suoi piedi vediamo due gufi stilizzati, appunto animali notturni.

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Continuiamo la nostra passeggiata e raggiungiamo un’opera di Blub, uno street artist fiorentino. Ritrae personaggi famosi (a livello internazionale) con occhiali da sub. L’idea è che la nostra società è in crisi. Abbiamo tutti l’acqua alla gola e l’unica cosa che possiamo fare è … imparare a nuotare. Ed è quello che anche l’arte deve fare; da qui il suo mantra distintivo: l’arte sa nuotare.

L’opera di Blub a Follonica presenta Amy Winehouse e, come al solito, è montata su uno sportello che racchiude le terminazioni elettriche urbane.

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Da notare gli adesivi dai colori vivaci apposti sulla bitta stradale accanto all’opera di Blub. Questi sono i disegni di Telemaco, un bambino di Follonica. La mamma di Telemaco ha fatto adesivi da quei disegni e li ha applicati in città, sempre all’altezza degli occhi dei bambini piccoli. In questo modo anche la generazione più giovane si sta gradualmente preparando a godersi la street art.

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Accanto all’enorme cancello in ghisa che fornisce l’accesso al parco dove un tempo sorgeva l’acciaieria di Follonica, vediamo un altro frammento di un’opera di Hopnn. Quello strano nome è una traduzione dell’attuale nome dell’artista, Yuri, dal cirillico all’alfabeto latino. Puoi ancora riconoscere una parte di una delle sue caratteristiche figure in bianco e rosso, che sono spesso raffigurate con una bicicletta. Nelle sue opere Hopnn porta un messaggio ecologico in cui chiama, tra le altre cose, a scambiare l’auto con la bicicletta per proteggere l’ambiente. “L’impegno sociale è una costante nel lavoro degli street artists”, spiega Chiara.

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Nel parco ci accorgiamo immediatamente di un monumentale murale di Zed1. Occupa l’intera parete laterale della scuola ora situata qui, che un tempo era un edificio industriale. Tipici per le opere di Zed1, pseudonimo dell’artista fiorentino Marco Burresi, sono i personaggi fantoccio con una testa grande e rotonda. L’opera ‘Fuori dal tempo’ risale al 2019 e rappresenta una figura così preoccupata di leggere un libro che ha perso il senso del tempo. Questo è simbolicamente rappresentato dalla grande sveglia che è stata abilmente disabilitata con un martello. Il fatto che Zed1 sia uno street artist che ha avuto un’istruzione accademica come pittore è evidente dall’uso di sfumature di colore che suggeriscono sottilmente l’incidenza della luce. Quando l’opera è stata presentata, c’erano alcune critiche qua e là perché l’artista avrebbe incorporato delle immagini falliche. Giudicate voi stessi…

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Dietro l’angolo, un campo da basket trascurato e coperto di erbe infestanti è stato curato da Ecol di Prato, uno studio di architettura. Insieme ai giovani locali che occasionalmente giocavano a basket qui, il campo da gioco è stato aggiornato con ampi segni di colore blu e bianco a un bell’esempio di urban art. Il progetto porta – giustamente – il nome ‘Players’.

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Su un’altra parete dell’edificio scolastico, una donna ci fissa con uno sguardo penetrante. Ci sembra familiare. Un’attrice di un film? Una modella di una rivista di moda? Non importa davvero. Con le sue opere lo street artist Ache77, rumeno di base a Firenze, vuole interagire con il passante occasionale. E funziona meravigliosamente. Impossibile non rimanere affascinati dagli occhi che ti guardano spudoratamente dal muro. 

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Continuiamo la passeggiata nel parco fino al museo Magma. Sulle pareti rosse dell’edificio si trovano le parole bianche ‘visi sporchi coscienze pulite’. Riconosciamo la mano dell’artista e calligrafo Opiemme. Il testo è un chiaro riferimento a ciò che una volta accadeva dietro le mura di questo edificio. Dove ora si trova un museo, c’era prima la fornace di fusione della fabbrica di ghisa. I lavoratori dovevano guadagnarsi da vivere quotidianamente qui in circostanze difficili e non invidiabili. Erano sporchi a causa del duro lavoro, ma allo stesso tempo erano orgogliosi dei frutti del loro lavoro.

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Alla destra dell’edificio del museo rimaniamo a bocca aperta alla vista di due monumentali dipinti murali. L’opera multicolore sul muro bianco della biblioteca nasce dalla fantasia di Exit Enter, lo stesso artista di cui abbiamo scoperto i piccoli uomini all’inizio del nostro tour.

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Exit Enter è stato ispirato dal film d’avventura americano ‘The Pagemaster’ in cui un ragazzo viene catturato in una biblioteca (!) e esce di nuovo solo dopo aver approfondito tre generi di letteratura: horror, fantasy e avventura. Questi tre generi sono raffigurati in altrettante scene di grandi dimensioni che sembrano grandi vetrate e che sono in perfetta armonia con le vere finestre della vera biblioteca.

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L’opera è di una bellezza incantevole. Gli ornamenti in bianco e nero che circondano le finestre reali e quelle dipinte sono un riferimento agli ornamenti in ferro battuto prodotti nella fabbrica adiacente. Se presti attenzione, vedrai i suddetti ominiovunque in quegli ornamenti.

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Molto particolare anche l’opera Città Fabbrica di Ache77. Quest’opera adorna il muro del centro di documentazione del museo. Sfogliando la vasta collezione di foto del museo, l’artista ha trovato una foto che gli piaceva particolarmente e che ha incorporato nel suo murale. Vediamo un operaio con una maschera antipolvere al collo, raffigurato come un santo. L’uomo, uno degli ultimi operai prima della chiusura della fabbrica, è in qualche modo anche un simbolo per lo stesso street artist. Dopotutto anche lui lavora con una maschera antipolvere per proteggersi dai fumi delle bombolette spray con vernice. L’opera è accompagnata da una citazione di Pino Bertelli, il fotografo di cui la foto ha ispirato Ache77.

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Passiamo davanti all’opera di Exit Enter. Immediatamente dietro l’angolo troviamo un’opera di JamesBoy, uno street artist peruviano che si è stabilito a Firenze. È un’opera clandestina per la quale non è stato concesso alcun permesso ma che – fortunatamente per noi – non è stato rimosso. Si dice che l’artista, noto per aver creato un’opera d’arte a tutti gli effetti in modo rapido e con pochi tratti, l’avrebbe evocato sul muro in un istante.

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Chiara ci porta anche al seguito, lontano dalla ex fabbrica, nel quartiere di Senzuno, vicino alla spiaggia. Dove ora si trovano le casette, abitavano poveri operai. Il nome ‘Senzuno’ si riferisce alla povertà che qui prevalse in quel momento. I lavoratori che vivevano qui erano persone ‘senza un soldo’. Oggi è una delle zone più vibranti e folcloristiche della città. Ciò è immediatamente evidente dall’opera colorata all’ingresso del quartiere. Rappresenta un lavoratore che suona una tromba jazz. L’opera è di un artista di Orbetello ed è stata realizzata su richiesta dei residenti locali in occasione del festival jazz annuale che viene organizzato qui.

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Camminiamo nel quartiere e presto ci imbattiamo in una casa la cui facciata esterna è coperta da quello che sembra carta da parati. Riconosciamo l’ancora e dei pesci (simboli del vicino mare), un animale leggendario etrusco chiamato chimera (un riferimento agli Etruschi, ex abitanti di questa regione) e note musicali (un riferimento al festival jazz annuale). Con quest’opera speciale Elena Testi, una decoratrice d’interni, ha illuminato la facciata della casa dei suoi nonni.

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Il nostro tour termina un po’ oltre con un’opera splendida, sempre di Exit Enter. ‘Mare Nostrum’ decora l’ingresso di una stradina che porta alla spiaggia un po’ più lontano. Una magnifica conclusione di un tour particolarmente riuscito, sapientemente e con passione visibile guidata da una fantastica guida.

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Ciao! Siamo Carl Buyck e Franka Verhoeyen, due blogger belgi. Tramite questo blog condividiamo la nostra passione per l’Italia. Se questo articolo ti è piaciuto, non esitare a dividerlo. Seguici anche su Facebook, Instagram e Twitter. Grazie mille!

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